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Gran parte degli europei con la pelle scura fino a 3.000 anni fa
Lo rivela il Dna antico in uno studio dell'Università di Ferrara
Gli antichi europei hanno mantenuto la pelle scura più a lungo del previsto, almeno fino all'Età del rame e del ferro: lo dimostra uno studio dell'Università di Ferrara che ha ricostruito l'evoluzione della pigmentazione di pelle, occhi e capelli nelle popolazioni europee degli ultimi 45.000 anni. I risultati, non ancora sottoposti a revisione fra pari, sono condivisi sulla piattaforma bioRxiv. I ricercatori, guidati da Silvia Perretti, hanno combinato lo studio del Dna antico di 348 individui eurasiatici con metodi probabilistici. Dai risultati è emerso che nel Paleolitico (tra 45.000 e 13.000 anni fa) quasi tutti gli individui avevano la pelle scura. Successivamente, durante il Mesolitico, gli occhi chiari hanno iniziato a diffondersi soprattutto nell'Europa settentrionale e occidentale, anche se capelli e pelle scuri rimanevano dominanti. La pelle chiara sarebbe comparsa per la prima volta in Svezia, restando però un tratto piuttosto raro. Durante il Neolitico la diversità della pigmentazione è andata aumentando, in coincidenza con la migrazione dei contadini anatolici in Europa. I toni della pelle più chiari sono diventati più comuni, ma i fenotipi scuri hanno continuato a essere presenti soprattutto nell'Europa meridionale e orientale. Anche il colore di capelli e occhi presentava una certa variabilità, con la comparsa di individui dai capelli rossi in Turchia. L'Età del rame e quella del bronzo hanno visto un continuo aumento della pigmentazione chiara, anche se i fenotipi scuri rimanevano comuni. Nell'Età del ferro (3.000-1.700 anni fa) la pelle chiara era un carattere frequente quasi quanto la pelle scura, in particolare nell'Europa settentrionale e centrale. Tuttavia, la pigmentazione scura rimaneva comune in regioni come l'Italia, la Spagna e la Russia. Lo studio ha infine evidenziato alcune varianti genetiche, come SLC24A5 e TYR, che hanno contribuito a questi cambiamenti della pigmentazione.
L.Miller--AMWN