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Le canzoni a effetto nostalgia accendono la voglia di ballare
Possibili nuove strategie contro i disturbi del movimento
A volte bastano poche note di una canzone che ha segnato la nostra adolescenza per farci scatenare in balli sfrenati: è l'effetto nostalgia, che attiva il sistema motorio più di quanto non faccia la semplice familiarità per un brano musicale. Lo hanno scoperto i ricercatori della Western University in Canada, grazie a un esperimento a suon di hit che ha coinvolto un centinaio di ventenni. I risultati, pubblicati sulla rivista Plos One, non solo spiegano il crescente successo delle serate revival proposte da molti locali, ma potrebbero perfino aiutare a sviluppare nuove strategie per combattere i disturbi motori come il Parkinson. Per il loro esperimento, i ricercatori hanno arruolato online un centinaio di volontari tra i 20 e i 25 anni a cui hanno sottoposto una playlist di canzoni pop risalenti alla loro adolescenza (come 'TiK ToK' di Kesha, 'Call Me Maybe' di Carly Rae Jepsen e 'Dynmite' di Taio Cruz). A ciascun partecipante è stato quindi chiesto di classificare i brani in base alla piacevolezza, alla familiarità e alla nostalgia; inoltre dovevano indicare se l'ascolto li inducesse a battere il tempo, muoversi o ballare. I risultati dimostrano che i brani più familiari o che suscitano nostalgia sono quelli che più ci spingono a tenere il tempo e a muoverci, ma solo l'effetto nostalgia è quello che ci spinge a ballare. Nello specifico, 'TiK ToK' di Kesha è il brano che ha ottenuto il punteggio più alto nella categoria 'desiderio di ballare', davanti ad 'Uptown Funk' di Mark Ronson con Bruno Mars e 'Party Rock Anthem' degli Lmfao. La canzone che ha ottenuto il punteggio più alto per familiarità è stata 'Firework' di Katy Perry, che però si è classificata ultima in termini di effetto nostalgia. "I nostri risultati suggeriscono un ruolo distintivo della nostalgia, al di là dell'influenza della familiarità, nel motivare il desiderio di ballare", spiega la psicologa Jessica Grahn che ha coordinato lo studio. I ricordi carichi di emozioni potrebbero dunque essere la chiave per sbloccare i pazienti che soffrono di disturbi del movimento. "Quando studiamo il sistema motorio di persone con e senza disturbi del movimento - continua l'esperta - vediamo che il cervello si attiva spontaneamente quando ascoltano la musica. Sembra davvero che questo abbia a che fare con il ritmo".
D.Moore--AMWN