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I tamburi giapponesi dei Munedaiko alla Filarmonica Romana
Il 30 giugno in concerto anche flautista Veronica Kisanishvili
Tornano ai Giardini della Filarmonica Romana il 30 giugno alle 21:30 gli spettacolari tamburi giapponesi dei Munedaiko. "Il suono e la vibrazione del Taiko sono in grado di scuotere le fondamenta del cuore umano. Se ascoltiamo attentamente, il nostro stesso cuore batte in modo ritmico" così racconta il percussionista Mugen Yahiro, che ha fondato il gruppo nel 2014 insieme con i suoi due fratelli Naomitsu e Tokinari Yahiro per promuovere e valorizzare lo strumento in Italia e in Europa e diffonderne la pratica. Quella del taiko è musica ancestrale, le cui prime origini risalgono a circa 2000 anni fa, spesso usato in battaglia per intimorire e spaventare i nemici. Oltre all'aspetto marziale, è sempre stato utilizzato in contesti popolari, culturali, religiosi e spirituali. Trovava spesso parte in cerimonie religiose sia buddiste che shintoiste, una tradizione che è perdurata fino ai nostri tempi. Nella credenza popolare giapponese si dice che con la sua vibrazione sia in grado di purificare l'ambiente in cui viene suonato scacciando i demoni o le impurità che lo abitano. Lo scopo di chi "pratica" il taiko, con un severo allenamento, è quello di far risvegliare, sviluppare e manifestare la propria forza interiore, creando una condizione di armonia nel corpo, nel cuore e nella mente e condividerla con chi gli è vicino. La serata si apre alle 20 con il concerto della flautista armena Veronika Kizanishvili, che insieme alla pianista Oh Yunwoo, esplora autori armeni e georgiani, fra cui in particolare l'armena Elena Mardian (1960) a cui la flautista ha dedicato un progetto editoriale e discografico. Nata a Tbilisi in Georgia, dal Conservatorio della sua città si è trasferita a Roma dove si è laureata al Conservatorio di Santa Cecilia nel 2014 in flauto perfezionandosi all'Accademia Internazionale di Imola.
L.Miller--AMWN