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Opera Roma, dittico Janáček/Poulenc al Teatro Nazionale
Dal 18 ottobre Il Diario di uno scomparso e La voix humaine
"Mettere in dialogo due opere lontane per lingua, forma e contesto, ma unite da un identico nucleo emotivo: la solitudine e l'impossibilità di comunicare davvero". Il regista Andrea Bernard spiega così l'obiettivo del dittico che accosta Il diario di uno scomparso di Leoš Janáček e La voix humaine di Francis Poulenc in scena all'Opera di Roma dal 18 al 24 ottobre. I due atti unici vengono proposti nella versione per pianoforte, eseguita dallo statunitense Donald Sulzen. Il nuovo allestimento, al Teatro Nazionale, segna il debutto con la Fondazione musicale della capitale di Bernard, nato a Bolzano nel 1987, uno dei più giovani vincitori del Premio Abbiati come miglior regista emergente 2024 per il suo Don Carlo. "Non parlo di una solitudine intesa come semplice isolamento - osserva - bensì come condizione dell'anima, capace di trasformare lo spazio e il tempo in gabbie invisibili. Ho immaginato le vicende ambientate in due stanze di uno stesso albergo, come se le due storie si svolgessero nello stesso istante. Un 'non-luogo' anonimo, neutro, di passaggio, che non racconta nulla di chi lo abita se non l'appartenenza sociale. Qui il passato e il futuro si affacciano soltanto attraverso i pensieri dei protagonisti". Il diario di uno scomparso di Janáček su libretto di Josef Kalda arriva per la prima volta nella storia dell'Opera di Roma, in continuità con i titoli del compositore ceco rappresentati in questi anni, Káťa Kabanová (2022), Da una casa di morti (2023) e Jenůfa (2024). Protagonisti il tenore Matthias Koziorowski e il mezzosoprano Veronica Simeoni. La voix humaine di Poulenc, dal celebre libretto di Jean Cocteau, vedrà protagonista Anna Caterina Antonacci, che ha affrontato più volte questo titolo e sul palcoscenico romano incontra nuovamente Donald Sulzen dopo i concerti che li hanno visti insieme alla Wigmore Hall di Londra e all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. Composti a quarant'anni di distanza l'uno dall'altro, Il diario di uno scomparso (1917-19) e La voix humaine (1958) descrivono due tormenti d'amore radicali. In Janáček quello del giovane Jan invaghito della zingara Zefka per cui decide di lasciare la famiglia d'origine, in Poulenc la conversazione al telefono di una donna con l'uomo che l'ha lasciata.
Y.Aukaiv--AMWN