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Balenciaga e Alaia, in mostra 50 abiti-scultura dei couturier
Prima volta in Italia dal debutto parigino, idea fu di Givenchy
Arriva per la prima volta in Italia, dopo il debutto a Parigi nel 2020, la mostra 'Azzedine Alaia e Cristobal Balenciaga. Scultori della forma', in programma al museo del tessuto di Prato dal 24 ottobre al 3 maggio 2026. Si tratta di un progetto che porta in Italia 50 creazioni in totale, più 12 bozzetti originali ma usciti prima dall'archivio di Balenciaga a Parigi (datati tra il 1950 e il 1968). Curiosa la genesi del progetto. L'idea della mostra risale infatti al 2018: fu Hubert de Givenchy che, pochi mesi dopo la scomparsa di Azzedine Alaia nel 2017 e decenni dopo la morte di Cristobal Balenciaga (avvenuta nel 1972), di cui era un grande ammiratore, si recò presso la sede della fondazione Alaia di Parigi confidando l'idea di voler unire in una mostra le creazioni dei due grandi talenti, entrambi sperimentatori di forme e volumi. Givenchy morì poche settimane dopo quell'incontro ma la fondazione decise di portare avanti quel desiderio, che prese forma nel 2020 con una mostra proprio presso la propria sede nel cuore del Marais parigino. Ora arriva in Italia, con un allestimento curato da Olivier Saillard che mette a dialogo gli elementi di continuità tra i due stilisti, tra cui il lavoro di couture, l'attenzione per la costruzione sartoriale e la valorizzazione delle forme del corpo femminile. In mostra 25 creazioni di Balenciaga dialogano con altrettante di Alaia, con un focus soprattutto sui materiali più amati: lana, raso, seta e l'innovativo 'gazar', inventato nel 1958 per il couturier spagnolo, la maglia per lo stilista tunisino, che ha raccontato più volte di essere stato lui stesso un collezionista di abiti di Cristobal, sin dal 1968 quando la maison fu chiusa. A dialogo ci sono abiti che mostrano da un lato l'eleganza formale di Balenciaga, come nell'abito che apre la mostra (del 1960, con busto drappeggiato e gonna in seta), dall'altro la sensualità dei look di Alaia, ad esempio nell'abito aderente in jersey con scollatura profonda (1988). Il percorso parte con una sezione dedicata ai tailleur, dove trovano spazio pezzi come una giacca-scultura di Balenciaga del 1938 (perfettamente accostata al punto vita, non troppo stretta come invece impose più avanti il New Look di Dior) e la giacca Spencer di Alaia (1968), ispirata al modello da equitazione dell'Inghilterra di fine Settecento. Poi c'è la sezione 'flou', come è chiamato in Francia il reparto di sartoria dedicato agli abiti fluidi: abiti da sera con pieghe e drappeggi. Chiude la sezione 'Spagna', in omaggio all'abbigliamento tradizionale spagnolo che spesso ha ispirato i due couturier con volants, pizzi e merletti ma soprattutto con capi come il classico bolero.
L.Davis--AMWN
