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'Sotto le Nuvole', Gianfranco Rosi spera nell'Oscar
In tour a Hollywood, forte della musica dell'Oscar Blumberg
(di Lucia Magi) 'Sotto le Nuvole' di Gianfranco Rosi si incammina verso l'Oscar. Il regista ha accompagnato a Los Angeles il suo ultimo film "con il Vesuvio come protagonista", per sottoporlo all'attenzione dei membri dell'Academy che il 16 dicembre faranno sapere se l'hanno selezionato tra i documentari in corsa alla 98/a notte delle stelle del 15 marzo 2026. Sarebbe la seconda nomination per il creatore italiano, dopo quella per 'Fuocoammare', con cui vinse l'Orso d'Oro al Festival di Berlino del 2016, tre anni dopo il Leone d'Oro per 'Sacro GRA'. Dopo il passaggio al festival del prestigioso American Film Institute, Rosi ha incontrato il pubblico all'Istituto Italiano di cultura, dove ha raccontato: "Quando ho avviato questo progetto non avevo alcuna idea di quello che volevo fare. Avevo solo un'idea di cosa volevo sentire. Volevo riflettere il peso del tempo e della storia. Bei concetti che ti scrivi per chiarirti le idee, ma poi la realtà è diversa. Quanto metti i piedi nella realtà hai bisogno di tempo per entrare in contatto con i posti e le persone che li abitano", ha spiegato, dicendo di aver trascorso tre anni a Napoli per ultimare questo film in bianco e nero. Di buon auspicio per il premio più prestigioso del cinema internazionale è la scelta del compositore, Daniel Blumberg, che l'anno scorso ha vinto l'Oscar per le musiche di 'The Brutalist' di Brady Corbet. "Non ho mai usato una colonna sonora nei miei film - ha detto -. Questa è la prima volta che ne ho sentito il bisogno. Per la scena sott'acqua del finale, ho avvertito che serviva qualcosa in più del suono ambientale, con un certo ritmo. Avevo bisogno di una musica". I due si conoscono da tempo: "Ci siamo incontrati a un festival a Istanbul, dodici anni fa. Lui ha solo trentatré anni, quindi allora era davvero giovane, ma siamo diventati grandi amici. Amo la sua musica. Ci capiamo. Lavora come me: fa tutto da solo". Quando l'ha chiamato per 'Sotto le Nuvole', mancava pochissimo agli Oscar. "Gli ho detto: 'vinci di sicuro e quindi voglio che mi dici di sì adesso. Per fortuna ha accettato e pochi giorni dopo è arrivato a Roma con l'Oscar in valigia", ricorda Rosi. Blumberg ha passato due giorni a guardare il film, ha iniziato a prendere appunti, a scrivere idee. "Poi ha iniziato a lavorare a 'The Testament of Ann Lee' (un dramma storico diretto da Mona Fastvold, che l'ha scritto insieme al compagno Corbet) ed è sparito per due o tre mesi. Non sapevo se avrebbe mai trovato il tempo per lavorare al mio doc. Gli scrivevo e lui mi diceva di fidarmi e avere pazienza", ride il regista. A meno di un mese dal debutto a Venezia, il compositore si è finalmente messo sotto: "Mi ha detto: 'Non farò solo il finale. Dobbiamo creare delle stratificazioni, dall'inizio alla fine. Ci saranno undici momenti di musica". Da lì sono cominciate le prove: "Con il suo amico sassofonista, John Butcher, abbiamo sperimentato registrando sott'acqua, nella sua vasca da bagno, e abbiamo scoperto che il suono veniva trasformato in modo fantastico. Poi da Londra siamo andati a Napoli, dove avevo girato la scena subacquea. Abbiamo messo microfoni sulla spiaggia, tra le rocce, altoparlanti nel mare; abbiamo registrato con cinque o sei microfoni". Un lavoro enorme, contro il tempo: "ma ha trasformato il film, gli ha dato respiro, quel senso di sospensione che volevo fin dall'inizio".
D.Kaufman--AMWN