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Vasco conquista Bari, 50mila per la 'prima' al San Nicola
Il Kom cita Salvini e canta 'basta poco per essere ignoranti'
(di Vincenzo Chiumarulo) "Incredibile romantico", il popolo del Komandante sembra essere rimasto l'unico a credere in un mondo migliore, quello che il rock, sfacciato e sincero, suona sotto il cielo di Bari dove ieri in 50mila si sono incontrati per la prima delle quattro date, rigorosamente sold out, al San Nicola. Un rito collettivo che regala un'emozione chiamata Vasco Rossi. Le navette che partono dalla stazione centrale sono palchi che camminano. Stipati, birre scaldate dal sole tra le mani, i fan di Vasco cominciano a cantare nei bus che attraversano la città diretti verso la meta. Vengono da ogni parte d'Italia, sono svariate generazioni. "Tu quanti ne hai visti di concerti quest'anno? Non dirmi che è il primo", domandano, "Io li ho visti tutti". Il San Nicola, l'astronave come lo chiamano tutti , accoglie gli 'alieni' che illuminano la notte con le luci dei telefonini. Qualcuno, che aspetta da ore sotto il sole stemperato da una leggera pioggia nel pomeriggio, sta per svenire, si sente male, ma non vuol essere portato via dal posto sotto il palco che si è guadagnato col sudore. "Curatemi qui, mi promettete che mi riportate dove sono?", si assicurano prima di salire in barella. Moltissimi lo hanno atteso nelle tende per giorni sull'asfalto rovente intorno allo stadio. Uno sbuffo di fumo annuncia il suo arrivo. La folla 'schiaffeggia' le transenne che la separano dall'idolo. Vasco sale dagli inferi per portare i suoi fan dritti in paradiso. "Benvenuti - dice - questo è il concerto più potente dell'universo, benvenuti al primo concerto del poker di Bari" che fino al 30 giugno richiamerà 200mila persone per i "magnifici quattro". Poi, dopo aver citato la premier 'Giorgia' in Asilo republic - "più di prima ci sarà ordine e disciplina" - dedica Gli spari sopra "a tutti i farabutti che governano questo mondo". I supporter di Vasco la guardano "in faccia la verità". Senza di lui le loro "vite sarebbero vuote", ammettono mostrando striscioni e tatuaggi che incidono sulla pelle la fede per il Komandante. Giovani, meno giovani e famiglie con bambini. "Quello che si prova non si può spiegare qui", quando il mega palco diventa tutt'uno con il prato e gli spalti 'conquistati' dalla musica e dalle immagini sugli schermi curvilinei. A lui, del resto, "basta poco", come il suo brano che recita "basta poco per essere intolleranti", a cui Vasco aggiunge "ditelo a Salvini", e poi "basta esser solo un po' ignoranti...come Salvini". Tra i grandi successi canta Rewind, con le donne che si tolgono il reggiseno e danzano 'libere'; Vita spericolata, C'è chi dice no e Bollicine. E quando il Gallo col suo giro di basso rimarca che "Siamo solo noi", il popolo di Vasco ricorda di essere al cospetto dell'autore della migliore canzone rock italiana del secolo. E se la "tristezza si può racchiudere in una canzone", lo stesso non si può fare con la gioia che dona il suo infinito repertorio. Ma tanto, anche quando sul concerto sta per calare il sipario, Vasco promette che "ogni fine è un nuovo inizio". Un'alba chiara che, da tradizione, manda tutti a casa 'sazi', tra i fuochi pirotecnici esplosi dalla sommità del palco, a sognare la prossima volta insieme in uno stadio.
D.Kaufman--AMWN