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Sorrentino, nei film che faccio le mie ossessioni
Ospite a Sarajevo. 'La prima volta a Venezia fu uno shock'
Le storie che che nascono dalle sue ossessioni, qualche aneddoto sui festival, il legame con Maradona. Ma anche i motivi che l'hanno spinto a raccontare Silvio Berlusconi. Paolo Sorrentino a pochi giorni dal debutto de La Grazia come film d'apertura in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia (27 agosto - 6 settembre) è stato protagonista di una masterclass, ricca di riflessioni e humour, al Festival di Sarajevo, che Variety ha raccontato. "Non mi piace avere obiettivi, ne' l'idea di dover fare cose nuove...Resto a casa senza fare nulla, e poi all'improvviso mi viene in mente qualcosa che diventa un'ossessione, e mi dico: 'Ok, facciamo un film su questa ossessione'" spiega il regista. Su 'La grazia' con Toni Servillo e Anna Ferzetti, non ha rivelato nulla (finora non è stata fatta circolare una sinossi ufficiale, per quanto sembra che Servillo interpreti un presidente della Repubblica a fine mandato, ndr), ma il cineasta torna coi ricordi alla sua prima volta al Lido con il suo esordio alla regia, L'Uomo in più, nel 2001. "Quando andai a Venezia per la prima volta, non sapevo nulla del mondo del cinema- dice - Mi ricordo della prima volta che ho avuto là un incontro coi giornalisti, erano dieci. Non avevo capito chi fossero, né perché fossero seduti di fronte a me. La prima volta è stata uno shock totale". Un aneddoto è legato anche all'invito, ricevuto qualche mese dopo, per L'Uomo in più al Tribeca Film Festival: Sorrentino ha creduto all'inizio fosse uno scherzo quando al telefono "un tizio mi disse 'Robert De Niro vuole il tuo film al Tribeca', anche perché "il mio produttore spesso scherzava facendo voci diverse". Rispondendo alle domande del pubblico, il regista napoletano ha anche accennato al suo film preferito, Otto e mezzo di Fellini, che ama "perché non è perfetto" e al motivo per il quale non diriga adattamenti: "Capisco solo le cose che scrivo". Da cineasta ""non amo lavorare sul set - rivela - Sono molto veloce" e "i produttori mi adorano perché li faccio risparmiare, ma solo perché non vedo l'ora di tornare a casa a guardare le partite di calcio". Tra i temi toccati anche il legame ideale con il 'pibe de oro' (esplorato più volte, in forme diverse, nella sua cinematografia): "Quando avevo 14 anni e Maradona arrivò a Napoli, per la prima volta ho capito cosa fosse uno spettacolo - sottolinea.- Maradona ha mostrato a me, al popolo napoletano cosa fosse un grande, incredibile spettacolo. E ho scoperto la stessa cosa attraverso il cinema: l'opportunità di mettere in scena un grande spettacolo". Rispetto infine alla scelta di girare il dittico di 'Loro' su un personaggio come Silvio Berlusconi, Sorrentino spiega che "mi incuriosisce quello che succede nella mente delle persone che sono molto lontane da me" osserva. "Sono molto pigro, esattamente l'opposto di Berlusconi. Quindi ero molto curioso di scoprire come quest'uomo fosse così pieno di vita, di entusiasmo, di obiettivi". È stata "una sorta di sfida su come affrontare la vita. I personaggi di cui mi innamoro sono sempre quelli molto, molto diversi da me. In una parte nascosta di me, vorrei essere loro".
P.Costa--AMWN