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Women Business Prize all'imprenditoria femminile in Afghanistan
A Kabul cerimonia del premio ideato dalla ong Nove Caring Humans
Si è svolta a Kabul la prima edizione del Women Business Prize, il premio nazionale ideato da Nove Caring Humans per sostenere l'imprenditoria femminile in Afghanistan. In un contesto in cui alle donne è vietato studiare, muoversi da sole e partecipare alla vita pubblica, lavorare rappresenta una sfida quasi impossibile. L'obiettivo del premio è incoraggiare le imprenditrici afghane ad avviare o far crescere attività economiche, creando connessioni con le comunità imprenditoriali femminili italiane e internazionali. La call nazionale, autorizzata dal ministero del Commercio e dell'Industria dell'Emirato islamico, ha raccolto in meno di un mese moltissime candidature da tutto il Paese, incluse le province più remote. I progetti inviati, anche tramite canali non convenzionali, riflettono l'impegno e la determinazione delle donne afghane. L'imprenditoria si conferma non solo un mezzo di sopravvivenza, ma un fattore decisivo di progresso, inclusivo e solidale, capace di contribuire alla crescita economica del Paese. Molti modelli d'impresa presentati si distinguono per l'attenzione alla sostenibilità, alla qualità del lavoro, alla formazione e alla creazione di occupazione femminile. Le proposte spaziano dal marketing digitale all'artigianato di qualità, dalla costruzione di filiere agroalimentari alla creazione di incubatori per microimprese guidate da donne. Una fotografia potente e autentica della condizione economica femminile in Afghanistan oggi. Le tre vincitrici sono state Nilab Hakimi, presidente della Nahid Neda Trading and Construction Company a Kabul, un'impresa femminile attiva nei settori della logistica, forniture industriali e costruzioni. Ha inoltre avviato una linea tessile per l'export, creando occupazione per molte donne; Nasrin Mawlany, ideatrice del progetto Alara a Mazar-e-Sharif, che prevede la produzione e distribuzione di assorbenti riutilizzabili in tessuto anallergico; Marziyeh Arefi, dalla provincia di Daikundi, ex funzionaria pubblica e fondatrice della Camera di Commercio Femminile locale, ha ideato Shahdin Nili, una fabbrica di conserve naturali, con una filiera interamente femminile, per valorizzare frutti e ortaggi locali spesso sprecati per mancanza di strutture adeguate. Le vincitrici riceveranno un sostegno economico per le loro attività e parteciperanno a un programma di mentoring di tre mesi, pensato per rafforzare la crescita e la sostenibilità delle loro imprese. Questa edizione del premio è intestata al Gruppo Fs Italiane, in riconoscimento del sostegno costante a Nove e per l'impegno concreto contro le discriminazioni e per l'equità di genere. Alla giuria hanno partecipato imprenditrici, rappresentanti di istituzioni, associazioni, imprese e fondazioni, sia nazionali che internazionali. 'Questo premio è solo l'inizio - commenta Susanna Fioretti, co-founder di Nove - Il nostro obiettivo è farlo crescere e renderlo un appuntamento annuale, capace di generare opportunità durature per le imprese femminili afghane. Invitiamo tutti, partner, donatori, organizzazioni nazionali e internazionali, a promuoverne i risultati e a unirsi alle prossime edizioni, per rafforzare insieme questa piattaforma in espansione'. La Fondazione Avvenire ha inoltre assegnato un premio fuori concorso ad un centro tecnologico al femminile che vuole lanciare uno spin-off per la produzione locale di cavi Usb. 'Con l'assegnazione del Premio Fondazione Avvenire 2025 ad Afsaneh Arsin, riconosciamo l'efficacia del suo modello imprenditoriale, la sua capacità di guidare il cambiamento positivo e l'impatto di ArmisTech nella promozione di un futuro più inclusivo, resiliente e pieno di speranza per le donne afghane e le loro comunità', afferma Alessandro Belloli, direttore generale della Fondazione Avvenire.
H.E.Young--AMWN